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La cripta
La cripta vale a dire la chiesa sotterranea in corrispondenza del presbiterio e del transetto, fu certamente la prima parte che della chiesa fu portata a termine. C’è da credere, infatti, che l’abate Elia utilizzasse una preesistente aula del palazzo catepanale, collocandovi forse qualche capitello a carattere liturgico proveniente da qualcuna della chiesette bizantine abbattute.
I lavori durarono due anni. Nel mese di settembre del 1089 l’abate Elia ritenne opportuno invitare il papa Urbano II (che si trovava a Melfi) a riporre le reliquie di S. Nicola sotto l’altare appena costruito. È a pianta rettangolare, dalle dimensioni di m. 30,69 per 14,81. La volta a crociera poggia su 26 colonne, due delle quali di marmo numidico, due di breccia corallina, una di marmo caristio e le altre ventuno di marmo greco.
I lavori durarono due anni. Nel mese di settembre del 1089 l’abate Elia ritenne opportuno invitare il papa Urbano II (che si trovava a Melfi) a riporre le reliquie di S. Nicola sotto l’altare appena costruito. È a pianta rettangolare, dalle dimensioni di m. 30,69 per 14,81. La volta a crociera poggia su 26 colonne, due delle quali di marmo numidico, due di breccia corallina, una di marmo caristio e le altre ventuno di marmo greco.
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